Gianni Nardi

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Gianni Nardi

Giovanni Nardi, detto Gianni (Ascoli Piceno, 11 aprile 1946Maiorca, 10 settembre 1976), è stato un terrorista e militare italiano, appartenente all'area del neofascismo e membro delle Squadre d'Azione Mussolini.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato ad Ascoli Piceno[1][2][3], appartenente a una nota famiglia di industriali marchigiani[1][4][5], studiò presso il collegio dei Barnabiti a Firenze[6]. Dopo la maturità scelse di intraprendere la vita militare entrando nel corpo dei paracadutisti con il grado di sottotenente[7]. Iniziò la sua militanza politica avvicinandosi alla Giovane Italia, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano.

L'omicidio Calabresi e la morte di Nardi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Omicidio Calabresi § Gianni Nardi.

Luigi Calabresi fu ucciso mentre conduceva un'indagine sul traffico di armi tra la Svizzera e il Veneto. Uno dei primi sospettati del suo omicidio fu proprio Gianni Nardi, più volte arrestato per traffico d'armi. I rapporti di Calabresi su quell'indagine non furono mai trovati[8][9].

I testimoni credettero di vedere un uomo fisicamente corrispondente a Nardi uccidere Calabresi, mentre come autista fu indicata – da almeno tre testimoni – una giovane donna. Tuttavia nel 1988, l'ex militante di Lotta Continua Leonardo Marino affermò che a uccidere il commissario fu Ovidio Bompressi, altro membro di LC (su ordine di Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani), mentre lui era l'autista del commando. Tali affermazioni furono confermate dalla Cassazione nel 1997[10].

Prima di ciò la pista neofascista era considerata più credibile rispetto a quella collegata alla morte di Giuseppe Pinelli, e Nardi fu arrestato assieme a due presunti complici, Bruno Stefanò e la tedesca Gudrun Kiess (ex attrice di film per adulti)[11], come sospetto trafficante e in seguito indagato per l'omicidio Calabresi, ma poi vennero tutti rilasciati, poiché Nardi aveva un alibi che lo collocava a Roma[12]. Nel 1976, Nardi, trasferitosi in Spagna, morì in un sospetto incidente d'auto avvenuto nell'isola di Maiorca, prima che fosse riconosciuta ufficialmente la sua estraneità ai fatti[8].

Post-mortem[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile del 1991, i magistrati, mentre indagavano sui mandanti della strage alla stazione di Bologna, trovarono negli archivi di Forte Braschi, il nome di Gianni Nardi nell'elenco dei 1 915 che erano stati contattati dal SISMI per essere inseriti nella struttura di Gladio. Addirittura a Gianni Nardi era stata attribuita una sigla, 0565, anche se fu dimostrato che non entrò mai a far parte dell'organizzazione (la domanda che fece ebbe un esito definito «esito N», cioè negativo)[13].

Nel 1993 Donatella Di Rosa, nota come «Lady Golpe» (poiché moglie del colonnello dell'esercito italiano Aldo Michittu e divenuta nota al grande pubblico per le rivelazioni fatte alla stampa circa un presunto progetto di golpe), affermò di aver partecipato a riunioni segrete, con l'intento di raccogliere fondi e organizzare un colpo di Stato, con alti esponenti delle forze armate ma anche con Gianni Nardi. Nove giorni dopo fu riesumato in Spagna il corpo di Nardi e in pochi giorni ne fu confermata l'identità[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Rita Forlini, Monica Diambra e Vanessa Sabbatini (a cura di), L'Avvento della Regione e la Fine del Novecento, Aras, 2019.
  2. ^ luca, “C’è un mistero nella fine di Nardi: noi diciamo che non è mai morto” – L’Europeo 26.11.1976, su La strage dell'Italicus - 4 agosto 1974, 6 marzo 2015. URL consultato il 6 febbraio 2019.
  3. ^ Il Giallo sulla morte di Gianni Nardi 1976, su Ascoli Piceno. URL consultato il 6 febbraio 2019.
  4. ^ ' GIANNI NARDI AVEVA UN SOSIA' ALTRI MISTERI SUL TERRORISTA NERO - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 6 febbraio 2019.
  5. ^ Calabresi e Sofri: ecco come ando', su massimofini.it. URL consultato il 6 febbraio 2019.
  6. ^ Pubblicato da nerofolletto, GIANNI NARDI, su gianninardi.blogspot.com. URL consultato il 6 febbraio 2019.
  7. ^ Franca Selvatici, E tra golpe e amanti rispunta il nero Nardi, in la Repubblica, 10 settembre 1993. URL consultato il 25 gennaio 2013.
  8. ^ a b In morte di un commissario. Nel tunnel di una vicenda allucinante, su misteriditalia.it, Misteri d'Italia. URL consultato l'8 ottobre 2008.
  9. ^ Daniele Biacchessi, Il caso Sofri, Roma, Editori Riuniti, 1998 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2001).
  10. ^ Paolo Foschini, Definitive le condanne per Sofri e gli altri, in Corriere della Sera, 23 gennaio 1997. URL consultato il 28 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2015).
  11. ^ Torna Nardi, una vita perduta dietro le armi, in Corriere della Sera, 14 ottobre 1993. URL consultato il 1º agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2015).
  12. ^ Aldo Giannuli, Bombe a inchiostro, Milano, BUR, 2008.
  13. ^ Giovanni Bianconi, Dentro tutti i misteri da Calabresi a Gladio, in La Stampa, 14 ottobre 1993. URL consultato il 28 agosto 2015.
  14. ^ Ettore Botti, L'esperto: sono certo, è Nardi, in Corriere della Sera, 29 novembre 1994. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2015).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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